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[Data: 06/10/2009] [Categorie: Video;Ecologia ] [Fonte: Qualenergia] |
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La Francia contaminata Almeno 300 milioni di tonnellate di detriti radioattivi dell’industria estrattiva dell’uranio sono stati abbandonati e utilizzati in Francia per realizzare terrapieni, strade e parcheggi. Senza alcun controllo e con gravi rischi per la salute. Come una filiera segreta e di Stato ha smaltito le sue scorie. Un’inchiesta di France 3, sconosciuta al grande pubblico italiano. Quanta radioattività c’è nei terreni, nei materiali utilizzati per le infrastrutture pubbliche, nei fiumi della Francia? Poche settimane fa è stata realizzata un’inchiesta televisiva di France 3 (vedi video in basso) che, riprendendo anche alcune passate inchieste giornalistiche, denuncia l’elevatissimo livello di radioattività di molte aree rurali e urbane (circa 80 siti) del paese transalpino a causa di massiccio utilizzo di materiali di scarto delle miniere di uranio per realizzare terrapieni, strade e parcheggi. Una sorta di smaltimento a costo zero di materiali e detriti, definiti sterili (ma affatto innocui) che stanno procurando un danno sanitario che inizia ad assumere una notevole gravità. L’unico laboratorio francese indipendente che si occupa di ricerca e informazione sulla radioattività (CRIIRAD) lo ha denunciato da un paio di anni alle autorità e all’opinione pubblica. Sono state individuate infatti aree con una radioattività di 60-100 volte superiore a quella naturale. Nel marzo del 2007 il CRIIRAD ha pubblicato un primo rapporto in cui si stimava un totale di circa 225mila tonnellate di materiali di scarto dell’industria Cogema (Compagnia Generale delle materie radioattive) sotterrati nell’area dello stadio nella cittadina di Gueugnon con grande sorpresa ed inquietudine degli abitanti. Ma di queste sorte di discariche ne esistono moltissime in tutta la Francia e i cittadini fino a poco tempo fa erano tenuto all’oscuro sulla loro pericolosità. Insomma, dopo quasi tre decenni viene rivelato un segreto di Stato che sta procurando, e lo farà per molto tempo ancora, danni alla salute della popolazione coinvolta. La denuncia che emerge dall’inchiesta di France 3 è che nella realtà chi effettua i controlli dovrebbe essere invece il controllato. Gli scarti sono stati abbandonati principalmente dal CEA (Commissariato dell’energia atomica) e dalla Cogema, due aziende statali, che in questi decenni hanno potuto operare liberamente e senza alcun limite. La Cogema da tre anni è diventata Areva, il principale operatore nucleare francese, che, ad oggi, non sembra volersi assumere le responsabilità della situazione. Mentre alcune aree vengono misteriosamente recintate e non rese di pubblico accesso, altre vengono lasciate disponibili alle popolazioni. Inoltre, non si parla di ripulire, dove possibile, i siti più inquinati. Ma Areva nega soprattutto la pericolosità di queste aree, o prende tempo, oppure scarica le responsabilità sull’amministrazione pubblica in merito alle decisioni di recintare le zone a rischio o informare i cittadini. Così come non prende atto, e questo è chiaramente dimostrato dalle domande dell’intervistatrice ad un portavoce della compagnia, di uno studio dell’Istituto di Radioprotezione e sicurezza nucleare (IRSN) che afferma come prolungate esposizioni a basse dosi di radioattività possano creare nella popolazione problemi ai reni, di respirazione, di comportamento, di alimentazione e di riproduzione. Parte 1 - Parte 2 - Parte 3 - Parte 4 - Parte 5 - Parte 6 - Parte 7
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