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[Data: 13/10/2009] [Categorie: Sostenibilità ] [Fonte: Ansa.it] |
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Carraro (CMCC): serve logica di lungo periodo Adottare ''una logica di lungo periodo anche quando si fanno scelte a breve termine''. E' una delle indicazioni che arrivano dai ricercatori riuniti a Bologna per il primo meeting annuale dell'International research network for low carbon societies (Lcs-RNet). A spiegarlo e' stato, a margine dell'incontro, Carlo Carraro, direttore della divisione climate impacts del Centro euro-mediterraneo per i cambiamenti climatici (Cmcc). Il meeting, a Bologna oggi e domani, ha riunito ricercatori da 10 paesi del mondo, tra cui Corea, Giappone, Stati Uniti e Germania. L'Lcs-RNet e' una rete di istituti ed enti di ricerca nato sotto gli auspici dei Governi riuniti al G8 di Kobe nel 2008. E' un network nato per affrontare i cambiamenti climatici condividendo le conoscenze piu' innovative per costruire una societa' con basse emissioni e a basso consumo di carbonio. Lo scopo e' dare indicazioni scientifiche per aiutare i decisori, politici ma anche economici e sociali. Della rete gli esponenti italiani sono il Centro euro-mediterraneo per i cambiamenti climatici (Cmcc), la Fondazione Eni Enrico Mattei ed Enea. Il Cmcc, in particolare, e' una struttura di ricerca nata per approfondire le conoscenze sulla variabilita' climatica attraverso lo sviluppo di simulazioni con modelli globali, con particolare attenzione al Mediterraneo. Gli studiosi riuniti a Bologna redigeranno un documento sul tema per il prossimo G8. ''Nel breve periodo, da qui al 2020 - ha spiegato Carraro - gli effetti di politiche di riduzione di emissione saranno poco visibili, ma se la logica temporale si allunga, di qui al 2050, allora gli effetti di strategie di lungo periodo saranno evidenti''. Per questo, ha spiegato, per vedere dei risultati bisogna adottare, anche nel breve periodo, visioni di lungo respiro. Sulla stessa falsariga Antonio Navarra (direttore del Cmcc) che ha ricordato come l'aumento di emissioni in atmosfera non si traduca banalmente in un aumento generalizzato della temperatura. ''L'effetto non e' cosi' 'deterministico' - ha detto -. L'aumento di emissioni di CO2 sposta le abitudini dell'atmosfera. Non sara' semplicemente piu' caldo: certi fenomeni climatici aumenteranno, ma altri caleranno, e altri si sposteranno''. Una realta' difficile da prevedere e i cui costi non sono preventivabili. ''Per capire come, per esempio, l'aumento o il calo delle precipitazioni incidera' sull'agricoltura o l'organizzazione produttiva e sociale di una determinata area bisogna osservare e studiare a lungo'', ha spiegato. |
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