di Adriano
Solazzo BIMBA SOTTRATTA AI GENITORI VEGETARIANI
LA STORIA
Chiara, un anno, venne portata al pronto soccorso. Era anemica e respirava irregolarmente.
La giovane coppia voleva riportarla subito a casa ma i medici si sono imposti segnalando
il caso al tribunale dei minori. Revocata la patria potestà. Dalla nascita la piccina
veniva privata delle proteine di origine animale. Era malnutrita: affidata al Comune di
Milano, ora sta meglio. Il padre e la madre: sbagliavamo
MILANO - I genitori non possono imporre diete speciali ai figli, specialmente se in tenera
età, ignorando il parere dei medici anche se sono convinti, in buona fede, di agire per
il bene dei loro bambini. Soprattutto se l'astinenza da alcuni alimenti rischia di
compromettere seriamente la salute dei piccoli, mettendo addirittura in pericolo la loro
stessa vita. Se questo succede può intervenire il tribunale dei minorenni per togliere la
patria potestà a madre e padre e affidare a un ente pubblico il compito di provvedere
affinché venga rispettata una dieta equilibrata e corretta. + quanto è accaduto in
seguito al ricovero al pronto soccorso pediatrico della Clinica De Marchi di Milano di
Chiara, una bimba di un anno, figlia di una giovane coppia di impiegati, vegetariani.
Al momento dell'arrivo in ospedale la piccola è risultata gravemente ipotonica: tono
muscolare ridotto, forte anemia, respirazione irregolare. Dai genitori i medici hanno
appreso che fin dalla nascita Chiara era stata sottoposta a un regime di nutrizione
strettamente vegetariano, a base di latte artificiale, verdure e soia. Niente integratori
a base di carne, proteine di origine animale e altre sostanze considerate essenziali per
un normale sviluppo.
I sanitari hanno deciso di trattenere la piccola, di ricoverarla in reparto per rimediare,
fin che era possibile, al danno fatto. Per tutta risposta papà e mamma hanno ripetuto che
avevano il diritto di occuparsi in prima persona del sostentamento e dell'educazione della
figlia, e hanno fatto il possibile per sottrarla alle cure dei medici, tentando di
riportarla immediatamente a casa.
A questo punto la direzione della clinica ha agito con decisione. Non solo ha impedito che
la piccola Chiara lasciasse l'ospedale, ma ha anche segnalato il caso al tribunale dei
minorenni di Milano. I giudici, con un provvedimento che ha pochi precedenti, hanno
stabilito di affidare al Comune la tutela della bambina, con il compito di sorvegliare che
Chiara presso la «De Marchi» ricevesse tutte le cure del caso, allo scopo di recuperare
la salute anche con un'alimentazione appropriata.
Un comportamento, quello del tribunale dei minorenni, «eccezionale, se si vuole, ma
corretto - rileva Alfonso Marra, magistrato, presidente di corte d'Appello - tenendo conto
della situazione gravemente pregiudizievole per il minore e che giustifica, a norma del
codice civile, la momentanea decadenza della patria potestà». A un mese del ricovero in
clinica Chiara si sta riprendendo bene. I suoi genitori sembrano avere cambiato idea, e
riconoscono di avere messo in pericolo la salute della piccina.
«Purtroppo il caso della bambina affidata alle nostre cure non è isolato - sottolinea il
professor Vittorio Carnelli, direttore del dipartimento pediatrico degli "Istituti
clinici di perfezionamento" di via della Commenda - E questa è una conferma del
fatto che occorre informare correttamente, ed educare i genitori sul come comportarsi
affinché, almeno nei primi tempi di vita, una nutrizione sbagliata, incompleta, non
pregiudichi in modo irreparabile il futuro dei bambini. Per i neonati è importante
l'apporto di aminoacidi essenziali, cioè di proteine ad elevato potere biologico, e di
vitamine del gruppo B. Il che non è avvenuto nel caso di Chiara, sottoposta a una
stretta, quanto dannosa, dieta vegetariana». |
di Stefano Montefiori IL GIUDICE ESPERTO DI BIOETICA
«Sì alle libertà personali. Ma i figli non sono una proprietà» Santosuosso: lo Stato
deve intervenire per difendere l'integrità fisica dei minori
MILANO - «Questi problemi sorgono perché, finalmente, la libertà di curarsi e di
vivere secondo i propri valori è acquisita e riconosciuta. E perché, purtroppo, troppi
genitori tendono a estendere questa libertà ai figli, come fossero una loro proprietà».
Amedeo Santosuosso, giudice del Tribunale di Milano, è autore di molti saggi sulle
questioni della bioetica e dei diritti della persona. Di fronte ai crescenti conflitti tra
Stato e famiglia, nessun pessimismo: «Il caso della bambina malnutrita è un'evidente
aberrazione. Ma è il segno, pur in chiave negativa, del fatto che la nostra società è
più complessa, più aperta e più libera».
Il comportamento dei medici è stato lecito?
«Non solo lecito, doveroso. Se non avessero trattenuto la bambina per curarla, anche
prima della decisione del tribunale dei minori, avrebbero potuto essere perseguiti. Ormai
molte sentenze riconoscono ai singoli la libertà di curarsi o, come in questo caso, di
alimentarsi secondo le proprie convinzioni. Una libertà che viene rispettata persino
quando mette in pericolo la salute. Ma un limite c'è, ed è molto netto».
Quale?
«L'integrità fisica. Non propria, ma dei figli. Mi spiego: ognuno può applicare a se
stesso le proprie convinzioni. E può anche estenderle ai figli, fino a un certo punto.
Genitori vegetariani hanno il diritto, sancito dalla Costituzione, di educare i bambini
secondo i loro valori, alimentazione vegetariana compresa. Ma se la mancanza di alcune
sostanze diventa, in base al giudizio dei medici, dannosa per la salute del minore, il
diritto finisce. Se invece Chiara fosse stata maggiorenne, i medici non avrebbero potuto
costringerla a mangiare carne».
Fino a che punto lo Stato ha il diritto di ingerenza nella sfera privata?
«Il tribunale può prendere solo decisioni minime: cioè strettamente necessarie a
garantire la salute. Per esempio, nel caso classico dei testimoni di Geova che rifiutano
le trasfusioni anche per i figli, se c'è una terapia alternativa la loro scelta viene
rispettata persino se comporta lievi svantaggi. Se invece la trasfusione è l'unico modo,
e non eseguirla significa mettere in pericolo la salute o la vita stessa del minore,
allora va eseguita».
Gli stili di vita all'interno della società tendono a differenziarsi.
Nuovi valori, religioni, culture. Qual è l'atteggiamento delle istituzioni, statali e
scientifiche?
«All'inizio è stato di rifiuto. In molti casi giudici e medici hanno esibito un
atteggiamento conservatore: in difesa dei valori tradizionali gli uni, a tutela del
primato della scienza occidentale gli altri. Adesso, io dico per fortuna, l'atmosfera è
cambiata. La prospettiva è di libertà, il principio di autodeterminazione nella sfera
dei diritti della persona è sempre più acquisito. L'importante è respingere quella
strana concezione, molto diffusa, in base alla quale i figli sono una sorta di proprietà
dei genitori, e devono quindi subirne sino in fondo le scelte. Tentazione tanto
terrificante, quanto estranea al pensiero liberale». |
di Adriana Bazzi ALIMENTAZIONE E DUBBI
Dieta pericolosa per i piccoli fino a due anni
Che cosa significa mangiare vegetariano?
«I vegetariani non sono tutti uguali - risponde il professor Ottavio Bosello, specialista
in Scienza della nutrizione all'Università di Verona -. I più numerosi sono i
vegetariani classici, quelli che escludono dalla dieta la carne, ma ammettono latte e
uova.
«Gli osservanti più stretti sono i cosiddetti "vegani" il cui nome deriva da
Vegan, l'inglese che è stato l'iniziatore di questa filosofia dell'alimentazione: i suoi
seguaci escludono dalla dieta qualsiasi cibo animale, latte e uova compresi (la carne la
lasciano mangiare ai cosiddetti "cadaverani"). Pur essendo consapevoli che uova
e latte non possono essere considerati strettamente "animali", li escludono lo
stesso perché la loro produzione provoca sofferenza agli animali stessi. Esistono, poi,
altre "religioni" alimentari che a volte sconfinano con il fanatismo: ci sono,
per esempio, i seguaci della macrobiotica che si alimentano con cibi il più possibile
genuini e non lavorati, come ortaggi non pelati, i crudisti, che mangiano soltanto frutta
e verdura crude, e i fruttisti che si limitano alla frutta, fresca o secca che sia».
L'uomo è onnivoro. E' sufficiente un'alimentazione basata su prodotti
vegetali, eventualmente con l'aggiunta di latte e uova per mantenere in salute
l'organismo?
Si può vivere benissimo mangiando vegetariano, senza rischi per la salute: le proteine
vegetali sono più che sufficienti per il fabbisogno di un organismo umano.
Per chi mangia troppe uova o troppo formaggio, può esistere il rischio di un eccessivo
consumo di grassi saturi. Questo può comportare un aumento del colesterolo e dei
trigliceridi nel sangue e, di conseguenza, può predisporre alle malattie cardiovascolari.
Del resto l'esperienza degli aiuti umanitari a Timor Est insegna che, quando una
popolazione è abituata a mangiare poco e segue un'alimentazione vegetariana, sta male
quando improvvisamente comincia a mangiare cibi iperproteici, cui invece gli occidentali
si sono abituati.
E i vegani?
Escludendo i prodotti animali dalla dieta, si può andare incontro a una carenza di
vitamina B12 che può portare all'insorgere di un'anemia. I vegani, però, sono di solito
persone molto colte, consapevoli dei rischi che corrono e integrano questa mancanza con
preparati vitaminici.
Una dieta vegetariana è consigliabile ai bambini?
Prima dei due anni, la dieta vegetariana, soprattutto se intesa in senso stretto, è
assolutamente sconsigliabile. Dopo lo svezzamento i bambini diventano onnivori, ma devono
necessariamente integrare la loro dieta con il latte.
Quali rischi corrono i bambini vegetariani?
Corrono un rischio di malnutrizione. Il loro sistema digestivo non si è ancora adattato a
digerire le proteine vegetali e possono andare incontro a malassorbimento, oltre che a una
carenza di vitamina B 12 e quindi ad anemia.
Qual è la dieta ideale per una persona adulta?
«Personalmente penso - dice Bosello - che la dieta ideale sia la dieta fish-vegetarian, a
base cioè di vegetali e pesce, con l'aggiunta di yogurt. Con uova e formaggi quando
capita e anche con un po' di carne, sempre se capita. I vantaggi? Un adeguato apporto di
proteine dai vegetali e dal pesce che, per di più, assicura un buon contenuto di grassi
cosiddetti omega-3, utili nella prevenzione cardiovascolare».
I nutrizionisti, più in generale, consigliano un'alimentazione
equilibrata. Che cosa significa?
«Una dieta equilibrata significa una dieta composta dal 10-15 per cento di grassi, dal 40
per cento di proteine e dal 50-60 per cento di carboidrati. In altre parole è quella che
gli esperti definiscono dieta mediterranea, ricca di carboidrati complessi, frutta e
verdura». |